Fotoreportage

Foto etnografica e di viaggio di Paola Pisano

L'archivio fotografico


È qui raccolta una corposa selezione di fotografie che Paola Pisano scattò in un ampio lasso di tempo, dal 1980 al 2010, nel corso dei suoi numerosi viaggi in India, Nepal, Myanmar, Indonesia e Cina, a Hong Kong, in Thailandia, nell’arcipelago delle Seycelles, ed in Perù.

Come balzerà subito all’occhio di chi vorrà navigare e addentrarsi nei percorsi stabiliti dal portale per accogliere le immagini della Pisano, preminente è il taglio per la dimensione antropologica che trasversalmente attraversa e contraddistingue foto effettuate, come visto, nei molti e distanti luoghi visitati dalla viaggiatrice. Si tratta di un taglio che è certamente frutto della formazione universitaria dell’autrice in possesso, tra l’altro, di laurea magistrale in Antropologia Culturale ed Etnologia presso la Facoltà di Sociologia, Università Federico II di Napoli. Si tratta però anche di una più ampia e connaturata sensibilità per la dimensione umana colta sia nella quotidianità che nell’eccezionalità dei riti festivi e religiosi, nei contesti familiari e sociali, dalla nascita alla morte, dalla puerizia alla vecchiaia, con un’attenzione particolare al mondo dell’infanzia e all’universo femminile.

La vita si presenta nel suo complesso ordito di riti di passaggio che alimentano il grande flusso dell’eterno senza le retoriche ridondanti e drammatizzanti tipiche di molto photoreportage. Paola Pisano si muove in punta di piedi, con discrezione e rispetto, adeguandosi al respiro e al ritmo delle vite di coloro che inquadra nel mirino della sua macchina fotografica. Non può definirsi il suo approccio quello di un osservatore partecipante, in primis perché la sua documentazione, pur, come detto, dalle evidenti nuance antropologiche, non partecipa di una più ampia e articolata indagine di terreno, non è parte del corredo etnografico di un ricercatore. Paola viaggia e il suo sguardo è perciò condizionato da questa sua natura “deambulante”: negli spazi ristretti di una breve sosta, forse proprio per la consapevolezza del suo fugace stare, la sua capacità di osservare si acuisce sensibilmente. Il non poter partecipare dell’esistenza dei suoi soggetti in modo prolungato non si traduce dunque in una produzione fotografica scialba, tirata via; l’essere al corrente di questo potenziale handicap spinge invece la fotografa a guardarsi attorno con attenzione e profondità garantendo così ai suoi scatti quella cogenza antropologica di cui già si diceva.

L’autrice compone in tal modo una sorta di “geografia umana”, dove la distinzione tra corpo e anima, tra mondano e sovramondano mai netta, mai ricercata dai soggetti delle sue foto, si sostanzia in una straordinaria molteplicità di strategie di sopravvivenza in cui, per esempio, l’immobilismo esteriore è riverbero di una probabile meditativa armonia interiore, in cui l’azione, anche il semplice, cadenzato gesto lavorativo, contribuisce a una quotidiana rifondazione di un salvifico hic et nunc capace di attribuire senso all’esistenza.

Tra le foto, non mancano comunque immagini relative ai contesti ambientali, naturali e antropizzati, rurali e urbani, domestici e pubblici, su cui si dispiega una molteplice e varia umanità quale sorprendente emblema di una universalità delle geografie delle convivenze.

Parte assai significativa della produzione della Pisano è in analogico, più recentemente in digitale. Colpiscono i formati maggiormente usati dalla viaggiatrice, il 6X6 e il 4.5X6, più di rado il 35 mm; Hasselblad, Zenza Bronica e Praktica sono gli apparecchi fotografici utilizzati con particolare frequenza, apparecchi e formati tipici della ritrattistica e non certo della foto di viaggio e del photoreportage. Brandeggiare un corpo macchina pesante, inquadrare attraverso un mirino a pozzetto mal si conciliano con la possibilità di cogliere l’attimo fuggente, classico topos del fotoreporter ma, evidentemente, non di Paola. Nonostante la fugacità delle sue permanenze in questo o quel luogo, la Pisano si ritaglia, quasi “obbligata” dalla natura delle sue macchine fotografiche, lo spazio per confezionare non uno scatto ma un ritratto. Foto ponderata, pensata per attribuire a essa quelle innervature antropologiche che, comunque sia, necessitano per essere messe in debita luce, di una propensione a osservare prima di premere il pulsante dell’otturatore.

Codesta eterodossia di Paola Pisano si ribadisce in camera oscura o, successivamente nei suoi fotolibri, dove il “ritratto” continua ad essere elaborato, ad esempio, intervenendo sul taglio dell’immagine, con l’adozione di formati del tutto inusuali o con saturazioni e correzioni cromatiche ex post al fine di garantire all’immagine la possibilità di farsi descrizione “densa” e pertinente dei soggetti raffigurati.

Paola Pisano, nata a Pozzuoli (NA) nel 1947, cultrice della Materia in Antropologia Culturale e Antropologia della Comunicazione presso il dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, è in possesso di cinque lauree, tra cui la laurea magistrale in Antropologia Culturale ed Etnologia presso la Facoltà di Sociologia dell’ Università Federico II di Napoli (110 e lode) e la laurea magistrale in Scienze Politiche presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli – indirizzo storico-antropologico (110 e lode).

Annovera nel suo curriculum anche un corso di specializzazione in Antropologia Culturale conseguito presso l’Università di Roma La Sapienza.

Questa evidente attenzione per la dimensione culturale, si è espressa dagli anni 80 ad oggi in una copiosa serie di fotoreportage dall’India al Perù, dalla Cina al Nepal ed oltre.

Attualmente, l’archivio fotografico dell’autrice conta circa 3000 scatti in analogico e digitale, una selezione dei quali è ospitata in questo specifico ingresso del MAM.

Diverse le mostre che negli anni Paola Pisano ha allestito con le sue fotografie, tra cui si ricordano :
“Emozioni d’Oriente”, presso la Biblioteca Pubblica Comunale Caccioppoli, Napoli, 1974,

“I volti dell’anima”, presso il Museo Diocesano di Gaeta, nell’ambito del Festival della Letteratura e Cultura di Gaeta, 2011,

“Images- Il fiume della vita”, presso Auditorium Guido Calogero, Scanno- Fondazione Tanturri nell’ambito degli Incontri Culturali di Scanno, 2013,

“Magnifici Mirabili Misteri”, mostra fotografica sui riti Pasquali di Procida- Ricerca di Paola Pisano ed Alberto Baldi, presso l’Archivio di Stato di Napoli, 2016.


Altrettanti sono i premi conseguiti per la sua attività di fotografa su tematiche antropologiche, tra cui:
“L’Infanzia nel mondo”, Camera di Commercio di Napoli, con il Patrocinio del Comitato Italiano dell’UNICEF, 1979,

“La forza del team nelle relazioni umane”, Manageritalia,Dirigenti d’Azienda, Napoli, 2011,

“L’Infanzia: futuro dell’umanità”, International Inner Wheel Association, Torre di Mola, Formia- Gaeta, 2013,

“Images – Il fiume della vita” presso l’Auditorium Guido Calogero, Scanno – Fondazione Tanturri nell’ambito degli Incontri Culturali di Scanno, 2013.


In tempi recenti, si segnalano, infine, due volumi fotografici:
“Images – Il fiume della Vita”, Arte Tipografica Editrice, Napoli, 2012,

“Magnifici Mirabili Misteri – Forme e significati dei riti della Settimana Santa Procidana “ – Autori Paola Pisano e Alberto Baldi, - Squilibri Editori, Roma, 2015.


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