Mare

A cura di Alberto Baldi e Valentina Calabria


Come nel passato, anche oggi, e forse ancor più oggi, il mare è sottoposto a molteplici processi di risemantizzazione che però a esso, sovente, non attingono, che in esso non pescano, che da esso non traggono la materia da cui e con cui plasmare sue ulteriori congruenti significazioni.
Lo “spiegarci” il mare, farne ambito di modellazione identitaria in una prospettiva esistenziale e professionale, ma pure ludica e turistica e in questo caso temporalmente periodizzata, contingentata, sostanzialmente circoscritta ai mesi estivi, pare alle volte prescindere dal contesto, appunto marino, che invece dovrebbe esserne precipua materia ispiratrice.
È questa condizione alquanto frequente, in un’epoca, come quella odierna, in cui si sottovaluta e anestetizza il rischio, incapsulandolo e sublimandolo in un dominio sempre più “virtuale” della realtà, che dal videogioco alla sofisticata apparecchiatura elettronica a cui deputiamo i nostri spostamenti, le nostre relazioni, la nostra salute tende ad avvolgerci in una pellicola esistenziale che dovrebbe garantirci ed immunizzarci da pericoli la cui riproduzione su un monitor, la cui restituzione mediante le retoriche figurali della grafica digitale pare già, sul piano di tale rappresentazione formale, disinnescare. Parimenti, anche Il mare auspichiamo od auspicheremmo di poter controllare sempre più spesso mediante pratiche rapide e approssimative apprese, ad esempio, direttamente sulle spiagge attraverso frettolosi corsi di vela, windsurf, kitesurf ma pure assistiti da procedure e tecnologie elettroniche. Possono, però, esse costituire un diaframma, una schermatura in grado di generare una relazione potenzialmente virtuale e labile con la dimensione equorea, in grado di determinare un allontanamento dalla sua tattile, concreta, cangiante, imprevedibile, pericolosa fisicità. Tale modello tecnologico, e perciò efficientista, plasma e norma, in maniera oramai non propriamente trascurabile, anche l’odierna formazione professionale della gente di mare, di equipaggi e comandanti, tendendo a determinare un rapporto “fiduciario” con l’attuale raffinata strumentazione di bordo. In siffatto quadro si articola un processo di progressiva delega alle moderne apparecchiature digitali del governo del natante che se non è interamente tale e concretamente totale, lo è, forse, in maniera ancor più perniciosa e potenzialmente pericolosa, come surrettizio abito mentale, come atteggiamento, come “retropensiero” che lentamente “disarma” la gente di mare e la gente in mare, la “disabilita”, la solleva da un controllo de visu e in prima persona del naviglio e della superficie equorea. Lunga è la “deriva” di siffatto habitus che, con il tempo ha permeato altri contesti marinari, quello dello yachting e delle medesime, ruspanti vacanze al mare, occasione per improbabili funambolici cimenti velici e motoristici, soprattutto velocistici.
A scale diverse, dalle imponenti navi passeggeri che affondano su uno scoglio o che si piegano sulla banchina per via dell’effetto vela causato da raffiche di vento abbattutesi sulle loro alte e spropositate fiancate, al traghetto che si incendia speronando una petroliera o si incaglia su un basso fondale, all’aliscafo che in una giornata di foschia, in piena velocità, si schianta sulle rocce di una punta il cui timoniere supponeva di aver scapolato, al motoscafista che falcia un sub, a un sub preda di embolia o sincope, all’inesperto praticante di flyboard che impatta contro la riva o addirittura contro i muri di una villetta prospiciente il mare, al velista che, scuffiato, non riesce a raddrizzare la sua deriva o, più spesso, il suo catamarano, fino al semplice bagnante che, spintosi a largo, non è in grado di riguadagnare la riva, il bollettino di incidenti e sciagure causate da avventizi marinai della domenica ma pure da professionisti preda di una supervalutazione delle proprie doti marinaresche e perciò inclini a sottovalutare i rischi della navigazione e delle balneazione, si impingua di anno in anno.
Siffatto complesso e contradditorio ordito concettuale, codesto modello di pensiero potenzialmente discrasico, “discordante” rispetto al mare, esito, in sintesi, delle istanze di un’economia marittima figlia dell’industrializzazione che determina l’articolarsi e lo strutturarsi di un andar per mare sempre più “prestazionale” e arrogante, tecnologico e agonistico, nei fatti terrestre e terragnolo, è dunque il tema che qui indaghiamo, che in questa sede proviamo a “scandagliare” in una prospettiva antropologica e visuale.
Abbiamo provato a soppesarne, nel dettaglio, evidenze e risultanze in alcuni ambiti da noi reputati di più esemplare cogenza ai fini del nostro discorso. Si è effettuata la disamina di un composito florilegio di casi ove le rappresentazioni del mare risultano condizionate da una comune stereotipia di fondo, ora più palese, ora meno evidente, che assume la terra quale “pietra” di paragone per prendere le misure all’acqua, ponendola, o meglio, costringendola sotto i suoi domini concettuali e definitori con tutte le rischiose conseguenze del caso. Tutto questo alla luce di un confronto con generazioni passate di popolazioni marinare che nella consapevolezza dei rischi dell’andar per mare, dello squilibrato rapporto tra chi naviga e una dimensione equorea potenzialmente incontenibile, devastante e mortifera, articolavano più umili e prudenti, ma soprattutto più consenzienti e plastiche relazioni con la superficie marina. Se queste erano anch’esse rappresentazioni visionarie e, letteralmente, ignoranti la dimensione equorea, non penetrabile de visu e perciò in buona parte immaginata e, per i pericoli che ne derivavano, demonizzata, quella attuale, sovente non meno ignorante si trasmuta in arrogante.
La nostra analisi privilegia le fonti visive spesso esplicita e lampante prova di come un vasto florilegio di raffigurazioni del mare ne mette in scena visioni rassicuranti, edulcorate, controllate, base di partenza per ridurre la superficie equorea a bene di facile, accessibile e ampio consumo. Sorregge questa sezione del MAM un’etnografia che ha consentito la costituzione di ampie banche di documenti visivi, ove dipinti, schizzi, incisioni, fotografie, filmati offrono esempio evidente di queste “terrestri” rappresentazioni del mare. Tali materiali sono ovviamente corroborati da altrettanto indispensabili supporti bibliografici e da informazioni di natura sia denotativa che connotativa. Accompagnano le immagini testi ad hoc e corredi didascalici approfonditi.



Bibliografia

AA.VV. 1957, Etnografia e Folklore del mare, atti dell’omonimo convegno, Napoli, Ente Autonomo Mostra d’Oltremare, 3-10 ottobre 1954, Napoli: L’Arte Tipografica.

Aveni A. 2020, Stelle: il grande racconto delle costellazioni, Milano: Il Saggiatore.

Baldi A. 1998 a, Mi-marins, mi-mages: caractères de l’univers magico-religieux des pècheurs et des gens de mer du littoral tyrrhénien, Material History Review, National Museum of Science and Technology – Canada, n. 48: 144-159.

- 1998 b, Une coupe dans le ciel, un juron sur le mer. Des pratiques apotropaiques contre un danger éternel: la trombe, Banes Gardonne de F. (ed.), La construction des sources. Anthropologie Maritime, Les Cahiers del Drac, décembre n. 7 : 74-88.
- 2015 a, Mari discordi. Per un'antropologia delle pratiche e delle rappresentazioni, Milano: Franco Angeli.
- 2015 b, Monstrum. La impenetrabilidad del mar y los arquetipos de los monstruosos marinos, in Pinñol Loret M. (ed) Monstruos y mostruosidades. Del imaginario fantastico medieval a los X.Men, Bilbao, Sans Soleil Ediciones: 151-178.
- 2016, Magie di mare. Fabulazioni e raffigurazioni di antiche paure, Roma: Squilibri. Barberousse M. 1979, Il dizionario della vela, Voll 2, Milano: Mursia.

Bertino S. 1977,Miti e leggende del mare, Milano: Bompiani.

Bertoldi S. (ed.) 1982, Navi e marinai. Uomini e avventure dell’Italia sul mare, Milano: Compagnia Generale Editoriale-Rizzoli.

Bianchi B., De Szombathely G. 1970, Le regole di regata, Milano: Mursia.

Blake T. 2016, A Surfers philosophy, Walnut: MSAC Philosophy Group.

Blewitt M. 1985, Manuale completo di navigazione, Milano: Mursia.

Borges J.L.,1962, Manuale di zoologia fantastica, Torino: Einaudi.

Borges J.L. 2006, Il libro degli esseri immaginari, Milano: Adelphi.

Bory M. 2005, Kitesurf, Paris: Fitway.

Bravetta E. 2009, Leggende e superstizioni del mare, Sant’Arcangelo di Romagna: Il Pirata.

Bronzini G.B. 1984, La cultura del mare tra passato e presente, in Fonseca (ed.), La Puglia e il mare, Milano: Electa, 89-120.

Calabria V. 2016-2017, Tagliatori di trombe marine: racconti dall’arcipelago eoliano, Alma Mater Studiorum – Università degli Studi di Bologna, Scuola di Lettere e Beni Culturali, prova finale in Etno-antropologia delle religioni.

Caprotti E. 2004, Mostri, draghi e serpenti nelle silografie di Ulisse Aldrovandi e dei suoi contemporanei, Milano: Mazzotta.

Cirese A.M. 1969, Il mare come segno polivalente. Appunti per un’indagine tematica sulla poesia lirica monostrofica di tradizione orale, «Uomo e cultura» 2, (3-4): 275-280.

Clebert J.P. 1990, Animali fantastici, Milano: Armenia.

Contiero E. 1982, Windsurfing per tutti, Milano: Mondadori.

Cook J. 1830, A Narrative of the Voyages Round the World Performed by Captain James Cook with an account of his life during the previous and intervening periods by A. Kippis, D.D.F.R.S. and S.A. in two volumes, Boston, Withaker.

Corbin Alain 1990, L’invenzione del mare. L’Occidente e il fascino della spiaggia 1750-1840, Venezia, Marsilio.

Corvino C. 2019, Miti e storie leggendarie degli animali. Racconti incredibili e curiosità di creature reali e fantastiche, Roma: Newton Compton.

Costa G. 1994, Misteri e leggende del mare, Milano: Mursia.

Cousteau J. (ed), 1982, Pianeta Mare. Enciclopedia di scienza e avventura – Voll.12, Milano: Fabbri.

Creagh-Osborne R. 1977a, Questa è la regata. Le tecniche e i segreti per vincere, Milano: Mursia.

Dal Lago A., Filippi M. eds. 2019, Mostri e animali, in «AUT AUT», 2019, 2, n°380.

Durand G. 2009, Le strutture antropologiche dell’immaginario. Introduzione all’archetipologia generale, Bari: Dedalo.

Durrans B. 1982, La colonizzazione indopacifica, in Cousteau J. (a cura di), 1982, Pianeta Mare. Enciclopedia di scienza e avventura – Voll.12, Milano: Fabbri, Vol. 12, I popoli del mare. Risorse per il futuro: 33-48.

Eliade M. 2009, Dizionario degli dei. Africa, America, Oceania, Milano: Jaka Book.

Eliseo M., Piccione P. 2001, Transatlantici. Storia delle grandi navi passeggeri italiane, Genova: Tormena.

Eliseo M., Miller W. H. 2003, Transatlantici, l'epoca d'oro della navigazione di linea, Hoepli, Milano: Hoepli.

Finney B., Houston J.D. 1996, Surfing. A history of the ancient hawaiian sport, San Francisco: Pomegranate Artbooks.

Fonseca C.D. (ed.) 1984, La Puglia e il mare, Milano: Electa.

George S. 1992, Surfing, New York: Mallard.

Giacalone F. 1989, Principi, sirene e contadini, Vibo Valentia – Milano: Quale Cultura – Jaca Book.

Grimal P. 2006, Mitologia greca e romana, Milano: RCS.

Guglielmotti A. 1889, rist. anast. 1987, Vocabolario marino militare, Milano: Mursia.

Fairbridge R. W., Durrans B. 1982, I primi viaggi dell’uomo , in Cousteau J. (ed) 1982, Pianeta Mare. Enciclopedia di scienza e avventura – Voll.12, Vol. 12, I popoli del mare. Risorse per il futuro, Milano: Fabbri, 1-32.

Heyerdhal T. 1952, KON-TIKI. 4000 miglia su una zattera attraverso il Pacifico, Milano: Martello.

- 1963, Aku Aku, Milano: Martello.

Johnson P. 1987, Questa è la crociera veloce, Milano: Mursia.

Lanier Edmond 1962, Compagnie Générale Transatlantique de la pêche à la moru eau paquebot “France”, Paris: Plon.

Lombardi Satriani L.M., Meligrana M. 1985, Precarietà esistenziale ed esorcizzazione del rischio nella cultura folklorica marinara tradizionale del Sud Italia, in Mondardini Morelli G. (ed.) 1985, La cultura del mare. Centri costieri del Mediterraneo fra continuità e mutamento, Roma: Gangemi, 153-162.

Maffei M.M. 2000, Capelli di Serpe. Culti e credenze delle isole Eolie, Roma: Meltemi.

- 2008, La danza delle streghe. Cunti e credenze dell’arcipelago eoliano, Roma: Armando.
- 2013, Donne di Mare, Gioiosa Marea: Pungitopo. Maffei M.M. (ed.) 2009, Polene. I volti del mare, Roma: Iride.

Maffei M.M., Parisi R. 2003 (eds.), La grande guida dei musei del Mare Mediterraneo - Dall’ingegno all’incanto, Roma: Ministero delle attività produttive, Divisione turismo.

Marshall Logan 1912, Sinking of the Titanic and Great Sea Disasters, s.l., Myers.

Mazzacane L. (ed.) 1989, La cultura del mare nell’area flegrea, Bari: Laterza.

Meyer J., Acerra M. 1989, L’Europa dei mari. Splendori e tramonto dei grandi velieri, Venezia: Arsenale Editrice.

Michelet J. 1992, Il mare, Genova: Il Melangolo.

Milanesi L. 2015, Dizionario etimologico della lingua siciliana, Mnamon.

Mondardini G. 1981, Villaggi di pescatori in Sardegna. Disgregazione e rurbanizzazione, Sassari: Iniziative culturali.

- (ed.) 1990, La cultura del mare, «La Ricerca Folklorica», 21, Brescia: Grafo.
- (ed.) 1995, I figli di Glaukos. Temi e materiali di culture marinare in Sardegna e nel Mediterraneo, Sassari: EDES. Moro Elisabetta 2009, L’enigma delle sirene. Due corpi, un nome, Napoli: L’Ancora del Mediterraneo.

Moro Elisabetta 2019, Sirene. La seduzione dall’antichità ad oggi, Bologna: Il Mulino.

Morse Jedidiah, Morse Richard C. 1821, The Universal Gazetteer, or Geographical Dictionary containing a description of the various countries, provinces, cities, towns, seas, lakes, rivers, mountains, capes &c. in the Known Word, accompanied with an atlas, third edition, revised and corrected, New-Haven, Converse and Andrus.

Olschki A. (ed.) 1968, Sub. Enciclopedia del subacqueo, Voll. 3, Firenze: Sadea Sansoni.

Palumbo A. 1992, L’ecosistema Terra nel Canto dell’Universo, Napoli: Guida.

Perosino S. 1972, La pesca, Novara: De Agostini.

Pitto C. 1988, Le comunità del silenzio: pescatori, marinai, isolani, Cosenza: Laboratorio Edizioni.

Prade E. 1988, L’alta scuola del windsurf, Milano: Rizzoli.

Quilici F. 1954, Avventura nel sesto continente. Cinquemila ore sotto i mari con la Spedizione Subacquea Italiana fra gli squali e le mantas della Giungla di Corallo, Roma: Casini.

- 1976, Uomini e mari, Milano: Mondadori.

Ranisio G. 1978, Un momento della religione popolare nel Mezzogiorno: la festa di S. Giuseppe a Marettimo, «Il Tetto», maggio-giugno 1978, 360-376.

- 1980, I pescatori di Marettimo - Tecniche ed organizzazione della pesca, in «Atti del I Congresso Internazionale di studi antropologici siciliani: la cultura materiale-organizzazione-tecniche-linguaggi», Palermo, «Quaderni del Circolo semiologico siciliano», 12/13, 1980, pp.437-447.
- 1990, Il santo venuto dal mare, «La Ricerca Folklorica», 21, 85-90. Rossi A., De Simone R. 1977, Carnevale si chiamava Vincenzo, Roma: De Luca.
Savi Lopez M. 1894, Leggende del mare, Firenze – Roma: Loescher.

Savona A. V., Straniero M. L. 1980, I Canti del mare nella tradizione popolare italiana, Milano: Mursia.

- M. L. 1990, Marinara. Barche, vele, pesci e pescatori, naviganti e marinai, tempeste e naufragi, porti, marine nei canti della tradizione popolare italiana, Milano: Mondadori.

Sensini A., Vegliani S. 2010, Una vita con il vento, Milano: Longanesi.

Sleightholme D. 1976-1988, Questa è la vela da crociera, Milano: Mursia.

Spratt H.P. 1950, Outline History of transatlantic steam navigation as illustrated by the Collection at the Science Museum - London, Cheltenham: Chelthenham Press.

Tambiah S.J 2002, Rituale e cultura, Bologna: il Mulino.

Terracciano S. 1981, Questo è lo sci nautico, Milano: Mursia.

Thomazi A. 1947, Histoire de la pêche des ages de la pierre à nos jours, Paris, Payot.

Thomazi A. 1950, Les navires par A. Thomazi, Paris: Presses Universitaires de France.

Turner Lucien M. 2001, Ethnology of the Ungava District, Hudson Bay Territory, Washington and London, Smithsonian Institution Press.

van Loon H.W. 1948, Storia del Pacifico scritta e illustrata da Hendrik Willem van Loon, Milano: Bompiani.

Villiers A. (ed.), 1985, Uomini e navi, Firenze: Giunti-Martello.

Williams N. J. 2016, Navi perdute. Lo straordinario viaggio di esplorazione di Jean- François de Galaup, conte di La Pérouse (1785-1788), Vicenza: Neri Pozza.