Struttura architettonica
Le diverse architetture rispecchiano la cultura del committente e del costruttore, rivelandone gusti e tendenze. Molte edicole infatti recano al di sotto del pannello o al suo interno, il nome del committente e, più raramente, quello della ditta o dell’artigiano esecutore.
In base alla struttura, si possono distinguere :
Edicole a parete, in cui la raffigurazione su maiolica è generalmente appoggiata alla parete o contornata da riquadro, cornice o rilievo;
Edicole a nicchia, costituite da un semplice riquadro scavato nella parete, da una struttura a tempietto oppure con volta a botte, a sesto acuto semplice o plurimo;
Edicole a tabernacolo, poste in genere alla confluenza di strade oppure ai limina dei borghi, sono caratterizzate dalla presenza di colonnine in gesso o in muratura;
Edicole a cappella, dotate di un ingresso che introduce a uno spazio di preghiera.
Le immagini sacre sono raffigurate con ricorrenza su un pannello costituito da più piastrelle (sei, nove, e ancor più) di dimensione 20cm.x20, oppure da una sola “riggiola” e, più raramente, da tondi e targhe di forma mandorlata.
Le strutture architettoniche e le raffigurazioni pittoriche presentano diversità stilistiche che mutano, spesso, in rapporto all’area di provenienza. Le edicole della provincia di Napoli presentano sovente una struttura architettonica eccentrica non riscontrabile ad esempio nella confinante area casertana, dove indicativa è la denominazione locale delle edicole chiamate “nicchitelle”, per sottolineare la presenza di elementi architettonici essenziali: una nicchia e un’immagine sacra.
Altrettanto può osservarsi per le raffigurazioni pittoriche: se in alcune edicole si nota una estrema ma suggestiva e spontanea semplicità accompagnata da una “rozzezza di esecuzione”, in altre, invece, è presente una vivace ricchezza di particolari, ed in altre ancora è evidente una raffinatezza artistica del tratto e della composizione, oltre a particolari tonalità cromatiche, come testimoniano manufatti prodotti da famiglie di maestri “riggiolai” del XVII e XVIII secolo attive a Napoli a Caserta, a Cerreto Sannita (Bn.) ma anche in area vietrese; in quest’ultima, la produzione rivela l’influenza della cultura e della formazione di decoratori stranieri (olandesi e tedeschi, in particolare) che vi hanno dimorato o di artisti locali eredi di un’antica scuola di maestri che risale al XV secolo, la cui caratteristica principale è la sintesi creativa di colori che si accostano per contrasto e non per sovrapposizione sfumata.