Pratiche rituali
L’edicola rappresenta l’esempio più eclatante di privatizzazione della religiosità. Essa crea un rapporto immediato, personale e diretto con il personaggio sacro, senza alcuna mediazione ecclesiastica. La particolare collocazione le consente di essere potenzialmente diretta a tutti.
L’edicola votiva ha rappresentato e rappresenta un polo di aggregazione per lo svolgimento di pratiche rituali collettive (rosari cantati in vernacolo, danze rituali, tappe di percorsi processionali annuali e periodici, come i pellegrinaggi compiuti a piedi) o individuali (offerte a scopo protettivo e votivo di oggetti personali, di fiori, di lumini o lampade, di foto di familiari scomparsi, di ex voto anatomici…).
In alcune località è diffusa la consuetudine di allestire, nei pressi dell’edicola, una tavola imbandita con pietanze tradizionali, proprio nel giorno festivo dedicato al personaggio presente sul pannello votivo.
Prezioso il patrimonio di informazioni che le edicole votive possono ancora fornire: dalla “cura” per devozione (addobbi con fiori, statuine di santi e/o di anime purganti, pulizia periodica…) alle diverse motivazioni che ne hanno determinato la nascita o la mutata localizzazione nel corso degli anni. Molto spesso, infatti, in seguito al decadimento del culto presso la comunità del quartiere o del rione, le piastrelle votive sono scomparse dagli originari luoghi di esposizione aperti a tutti. La struttura architettonica, dunque, è rimasta vuota mentre il pannello maiolicato è stato trasferito sulla facciata di nuove strutture abitative, per una protezione individuale.