Iconografia
Le tipologie figurative rendono possibile una suddivisione delle edicole presenti sul territorio in due categorie: la prima comprende immagini che si rifanno a quegli elementi propri dell’iconografia sacra molto vicini alle raffigurazioni delle stampe popolari e talvolta anche ai prototipi proposti dall’alto, rielaborati nel tempo secondo le esigenze storico-culturali dei ceti popolari, la seconda raggruppa edicole spesso di recente fattura che si rifà all’impianto figurativo proprio dei simulacri venerati nei luoghi di culto.
L’elemento narrativo ricorre tra le edicole raggruppabili nella prima categoria. In queste, il personaggio sacro può essere raffigurato in relazione ad una leggenda di fondazione e/o ad una pratica di culto locale.
In questa direzione vanno “lette” le raffigurazioni pittoriche realizzate su molti pannelli il cui soggetto trae ispirazione da tradizioni orali locali già testimoniate dall’iconografia a stampa circolante in passato o all’epoca di committenza dell’edicola.
Un percorso volto alla conoscenza di questa tipologia raffigurativa, può condurre alla scoperta di un patrimonio orale oggi spesso sommerso, ma anche all’identificazione di aree di diffusione dei culti, sia pure limitata ad un solo ambito d’indagine.
Un ricco simbolismo è espresso attraverso attributi particolari che rendono spesso riconoscibile il personaggio sacro: la sua identificazione potrebbe infatti essere compromessa senza l’illustrazione dei simboli relativi ai diversi tipi di patrocinio, ossia quel particolare potere diretto ad aiutare, guarire e proteggere. Tali caratteristiche iconografiche diventano spesso i cardini essenziali della rappresentazione sacra, unita talvolta ad una certa rozzezza ed elementarizzazione dell’esecuzione.
Spesso il santo o la Vergine sono inseriti in specifici contesti figurativi: il paesaggio locale fa da sfondo alla loro figura, per sottolinearne il protettorato sulla collettività. Possono essere presenti anche particolari figurazioni che alludono all’attività svolta dal devoto o a quella prevalente in zona. L’esecuzione pittorica può presentarsi ancora come riproduzione più o meno fedele di una stampa realizzata da tipografi locali, ma può anche trarre ispirazione da altri pannelli votivi, un tempo presenti sul territorio, modificandone alcuni elementi figurativi in risposta alle esigenze della nuova committenza.
Maggiormente diffuse sul territorio sono le edicole mariane, secondo una caratteristica della religiosità meridionale che individua il primato della figura di Maria. Alla varietà degli appellativi locali si contrappongono devozioni ricorrenti, come quelle per la Madonna del Rosario, la Madonna delle Grazie ritratta in atteggiamento materno e protettivo, per la Madonna del Carmine o per la Vergine Addolorata raffigurata spesso secondo due tipologie: la “Mater dolorosa” posta ai piedi della croce o nei pressi del Calvario e la “Madonna dei sette dolori”; quest’ultima si caratterizza per il vistoso attributo iconografico delle spade (da una a sette) che le trapassano il petto, simbolico riferimento ai dolori patiti dalla Vergine nel corso dell’Infanzia, della passione e della morte di Gesù. Le immagini della Madonna del Carmine, riprodotte sulle edicole votive, raffigurano aspetti differenziati del culto tributato alla Vergine, da sola o in associazione con altri santi.