Attributi

Nelle diffuse riproduzioni a stampa del medesimo personaggio sacro i tratti somatici possono differire e, quindi, essere ingannevole riferimento per la sua riconoscibilità.
Gli attributi, invece, lo identificano con precisione.
Nell’universo simbolico della religiosità popolare, ad esempio, la presenza di una palma identifica un santo martire e lo scapolare l’immagine mariana della Madonna del Carmine; il maiale, il tau dell’alfabeto greco ed il campanello accompagnano S. Antonio Abate, e così via.
L’attributo qualifica il santo e ne specifica il particolare patrocinio che l’agiografia popolare gli ascrive, delineandone, ma nello stesso tempo delimitandone, i campi di intervento. Possono fungere da attributi gli elementi dell’aspetto, come la barba o un dettaglio dell’abbigliamento, i segni di un morbo e la tipologia o gli effetti di una tortura, gli animali, le piante, gli oggetti retti tra le mani o posti accanto al personaggio sacro nonché le persone legate ad un prodigio del santo o a un particolare evento agiografico. Può accadere spesso che un solo elemento simbolico determini il campo taumaturgico in cui opera un santo; così, ad esempio, un grande cappello ornato da conchiglia diviene il simbolo della protezione di S. Giacomo sui pellegrini, in ricordo di quanti si recavano in pellegrinaggio al santuario di Compostella in Galizia ma, in senso traslato, simboleggia anche il suo patronato sui cappellai; Santa Lucia non potrebbe essere raffigurata senza il vassoio con gli occhi.
Anche il colore ha spesso valore e funzione di attributo. Essenziali e immediatamente decodificabili sono le posizioni delle braccia o delle mani; l’atteggiamento del volto e la direzione dello sguardo, soprattutto nelle immagini a mezzobusto, sono ricchi di significati immediati e simbolici