Pratiche rituali
Nelle stampe e nei santini finisce per traslare l’efficacia taumaturgica del santo; il rettangolo di carta che ne contiene la raffigurazione ed in qualche caso anche una micro reliquia, talvolta di stoffa o di legno, diviene esso stesso fonte di una potenza meccanica. La stampa ed il santino sono pertanto in grado di produrre effetti prodigiosi perché “animati” in sé da propria vita autonoma; per questo, le immagini a stampa di medio e grosso formato possono essere collocate in strada a protezione di vie, vicoli e cortili, in apposite edicole votive (link con l’archivio edicole) ma anche esposte su improvvisati “altarini”nel giorno festivo dedicato al personaggio sacro raffigurato. Molte immagini le ritroviamo anche sul corpo di animali coinvolti in rituali festivi.
In caso di malattia, le immagini sacre di medio e piccolo formato possono essere poste sotto il guanciale dell’ammalato o a contatto con il suo corpo, se non ingoiate quando riprodotte in piccole dimensioni e su sottilissima carta (cartine benedette). Relazioni di grazie ricevute ed attestano ampiamente tali modalità rituali.
L’effigie del santo o della Vergine ed il santino stesso acquistano dunque una valenza quasi totemica e di feticcio e l’oggetto cartaceo su cui la figura sacrale è riprodotta assume anche un valore apotropaico di amuleto. Per questo, un santino può essere inserito in un sacchetto di stoffa (“vurzella”) da regalare al bambino al momento della sua nascita o da nascondere tra gli abiti che indossa anche un adulto.
Con la loro ampia circolarità, le immagini sacre a stampa spesso divulgano visivamente anche pratiche rituali festive collegate al culto per il personaggio sacro, come le processioni a lui dedicate, le rappresentazioni sacre, le offerte votive o altri eterogenei cerimoniali di guarigione.